Sogno (ma forse no) di Luigi Pirandello
regia di Sara Maddalena
con Claudio Scaramuzzino, Sara Maddalena, Daniele Di Matteo
flautista Victoriano Donetti
video di Mirko Gaetani, Roberta Germanò
disegno luci Gianni Staropoli
scene Michele Funghi
datore luci Matteo Russo
costumi Luca Masetti
musiche Amedeo Di Magdala
“Sogno (ma forse no)” è un atto unico in cui Pirandello descrive il rapporto tra due amanti immergendolo in un momento onirico composto di vari piani, luoghi e tempi. Ragione e sentimento, finzione e realtà continuamente si sfiorano e si confondono. Scritta nel 1928, la pièce contiene tematiche tipiche del teatro pirandelliano, ma presenta altresì elementi nuovi e bizzarri derivanti da influenze surrealiste ed espressioniste. Il drammaturgo siciliano offre interessanti considerazioni sul rapporto uomo-donna, mostrando in particolare la grettezza di un certo modo di vivere la relazione: superficiale, fondato sull’opportunismo e frutto della mancanza di valori. Le teorie psicoanalitiche, che si andavano affermando negli anni in cui Pirandello ideava quest’opera, sono state certamente una spinta per considerare il sogno quale possibile momento di rivelazione del proprio mondo interiore. Alcune parti, sia del testo che della scena, attengono alla realtà, altre invece sono alterazioni immaginose, prodotto della fantasia, del ricordo, della voce della coscienza. Le scelte di regia sono tese a sottolineare gli aspetti innovativi di questa commedia pirandelliana, sviluppandoli e ampliandoli, anche tramite l’utilizzo di opere di videoarte e stati alienanti. Le situazioni sono varie, il ritmo è sostenuto, in un continuo alternarsi di grottesco, romantico, comico, tragico. L’atmosfera è sinistra, instabile: tra percezione soggettiva e oggettiva si perde il filo della verità nel groviglio di fatti e allucinazioni.